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CINA: l'eccessivo numero di mall e la crescita dell'ecommerce determinano la chiusura di numerosi department store

Qualcosa come un terzo di tutti gli shopping mall cinesi verrà chiuso nell'arco dei prossimi cinque anni per via un effettivo sovraffollamento di strutture in tutto il Paese. La Cina al momento possiede più di 4,000 shopping malls, rispetto ai circa 1,000 negli States, secondo i dati del China Academy of Social Studies Institute of Finance and Economics Strategy. Il report prevede una profonda revisione dello scenario cinese dei department store per andare a riflettere in maniera realistica la domanda effettiva. La stragrande maggioranza dei centri commerciali in fase di realizzazione sono destinati a non venir mai completati e i restanti presumibilmente diventeranno joint wholesale e retail marketplaces, o centri integrati online-to-offline.

7,000 ulteriori mall sono previsti in Cina entro il 2025, secondo le stime fornite a China Academy of Social Studies da parte delle previsioni della China shopping center industry. La crescita così rapida dell'ecommerce sta riducendo il business dei tradizionali negozi fisici in Cina. Le vendite retail ecommerce, esclusi viaggi ed eventi, sono aumentate del 42,1% nel 2015, rendendo così il Paese il principale mercato ecommerce al mondo, secondo i dati di eMarketer. “Gli shopping mall devono integrarsi con l'e-commerce invece di restare sulla loro strada.” Quelli che sopravvivranno saranno quelli in buone location, per lo più in città importanti o di secondo livello. E quelli che sopravvivranno offriranno una combinazione di retail, food e beverage, così come intrattenimento e divertimento per bambini e servizi child-friendly. Questo sovraffollamento di mall in Cina è dovuto ai governi regionali, che notoriamente incoraggiano gli sviluppatori ad aprire progetti di mall ambiziosi in cambio di permessi retail residenziali, senza pensare alle reali opportunità che un mall in determinate aree potrebbe avere. Il report di China Academy of Social Studies ammonisce i governi regionali ad essere prudenti in tal senso.