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USA: carne sintetica 2.0

 

Sembra un hamburger di manzo macellato, invece sono fibre muscolari bovine cresciute in vitro, dopo anni di tentativi. La polpetta 2.0 è nata nel laboratorio di Mark Post, cardiologo e professore all'Università di Maastricht, ed è perfettamente commestibile. L'hamburger sintetico è nato da una coltura di cellule staminali bovine, a partire da un frammento estratto con una biopsia indolore dai muscoli del collo di una mucca. Nel giro di qualche anno, secondo Post, i surrogati sintetici saranno competitivi, grazie alle economie di scala. La carne sintetica è il nuovo pallino degli smanettoni di Silicon Valley, insieme alle nuove fonti di energia e all'auto elettrica. Dopo aver rivoluzionato la nostra vita con internet e le reti sociali, ora i guru della tecnologia si buttano sulle abitudini alimentari dell'Occidente per cambiare anche quelle, nell'ottica della tutela ambientale e dell'uso ragionevole delle risorse. Per mettere 1 kg di carne di manzo nel piatto di ognuno di noi, ci vogliono 192 metri quadri di terreno, 64 chili di grano e si emettono 27 chili di CO2. Per un chilo di proteine vegetali, invece, si occupano 3 metri quadrati e mezzo di terreno, si consumano 5 chili scarsi di grano e si emettono 2 chili di CO2 in atmosfera. La corsa di Brin e compagni punta a trovare un sistema alternativo, più semplice e umano, per produrre lo stesso contenuto proteico e lo stesso sapore che oggi si ottiene alimentando miliardi di capi di bestiame, per poi macellarli e farli a pezzi in stabilimenti industriali, con enorme dispendio di energia. Non tutti i nuovi imprenditori del cibo 2.0 partono dalle proteine animali per arrivare alla carne sintetica. Il sistema più diffuso e più semplice è usare proteine vegetali. Pat Brown, di Impossible Foods, produce i suoi hamburger partendo dalle proteine della soia e di altri legumi: costano 5 dollari, un po' più cari di un normale hambuger. I pionieri di questa nuova industria si sono messi d'impegno per catalogare tutte le proteine di origine vegetale e hanno trovato una grande varietà di piante, non solo legumi ma anche vari tipi di cereali, per combinarle nella maniera più opportuna e replicare con la maggiore accuratezza possibile l'esperienza fornita dalla carne e dalle uova.