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FRANCIA: Il primo negozio Shein a Parigi scatena forti polemiche ma anche lunghe code

I francesi non sono affatto felici dell’apertura del primo negozio Shein all’interno dei grandi magazzini BHV Marais, nel centro di Parigi

L’apertura del 5 novembre ha acceso un’ondata di reazioni politiche, culturali e industriali in Francia, toccando temi come l’identità nazionale, il consumo etico e il futuro della moda francese

Eppure, nonostante il clamore, il negozio ha già attirato oltre 50.000 visitatori nei primi giorni di apertura, secondo Frédéric Merlin, presidente della Société des Grands Magasins (SGM), proprietaria di BHV. Merlin ha inoltre dichiarato che lo scontrino medio dei clienti ha superato i 52 dollari e che quasi il 15% di loro ha poi fatto acquisti in altri reparti del grande magazzino

Ha anche aggiunto di voler ampliare la capsule con una collezione maschile più completa, un’area dedicata ai bambini, una gamma più ampia di abiti e capi base accessibili a tutti gli stili di vita

 

Nonostante la reazione di larga parte del pubblico, BHV ha incrementato gli sforzi promozionali, affiggendo persino un enorme poster con i CEO di Shein e del gruppo BHV all’esterno, poco prima dell’inaugurazione

Shein ha preso in affitto circa 1.000m2 all’interno del department store, con accessori a partire da un dollaro. La presenza fisica offre al marchio digitale maggiore visibilità — e forse credibilità — in un mercato europeo chiave, soprattutto in un periodo segnato dai dazi statunitensi

Secondo SGM, l’obiettivo dell’apertura è attrarre una clientela più giovane e generare traffico che possa acquistare sia i prodotti ultra low cost di Shein, sia articoli di fascia più alta in altri reparti del BHV

 

Per capire l’indignazione, bisogna ricordare che la Francia da decenni si presenta come leader mondiale del lusso, dell’artigianato e dell’eleganza sartoriale. L’arrivo di un colosso dell’ultra fast fashion è stato quindi percepito da molti come un affronto a questi valori.

I critici accusano Shein di danneggiare i marchi locali, di sacrificare gli standard ambientali e lavorativi e di promuovere una cultura dell’usa e getta

Il vicesindaco di Parigi per il commercio ha dichiarato: “Siamo totalmente contrari. È l’esatto opposto della politica di Parigi, che punta a sviluppare negozi indipendenti e a sostenere i prodotti realizzati in Francia.”

 

In segno di protesta, diversi marchi francesi indipendenti hanno ritirato i propri prodotti da BHV, tra cui il brand di calzature Odaje e il camiciaio Figaret Paris, affermando di non poter condividere gli scaffali con Shein

 

La Francia ha già introdotto leggi per limitare il fast fashion e i suoi impatti ambientali; Shein è anche sotto indagine da parte della Commissione Europea per i rischi legati ai suoi prodotti ed è già stata multata per circa $221m in Francia all’inizio dell’anno per violazioni legate a pubblicità online e tracciamento tramite cookie

Ma nulla evidenzia le contraddizioni tra ciò che le persone dicono e ciò che fanno quanto la moda low cost. In un sondaggio Ipsos-BVA, il 52% dei francesi si è detto contrario all’arrivo di Shein al BHV e solo il 22% favorevole. Eppure, il nuovo negozio è stato preso d’assalto

Per BHV la partnership resta una scommessa rischiosa: da un lato offre l’opportunità di rilanciare l’affluenza e la rilevanza del marchio in un mercato in evoluzione; dall’altro inserendo Shein nei suoi department store mette la sua identità in netto contrasto con i valori culturali parigini