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CINA: i brand cinesi iniziano a farsi sentire

Quando si tratta di moda in Cina, l’attenzione tende ad essere sui brand stranieri che hanno fatto il loro ingresso nel mercato e si solo espansi velocemente. Questi tendono a mettere in ombra i brand cinesi – alcuni dei quali hanno migliaia di negozi ma praticamente sconosciuti a livello internazionale. Questo sta iniziando a cambiare.

Infatti di recente Bosideng, imponente brand cinese di outwear, ha aperto il suo primo store internazionale a Londra.

LVMH Moët Hennessy Louis Vuitton-backed fund L Capital Asia e altri investitori si sono accaparrati una quota minoritaria nella compagnia cinese di abbigliamento Trendy International Group. Sempre di recentemente il conglomerato francese PPR ha dichiarato di aver acquisito la maggioranza del brand cinese di gioielleria Qeelin. Nel frattempo il gigante cinese del fast-fashion Metersbonwe sta valutando di entrare nei mercati di Nord America ed Europa. In molti casi, i produttori cinesi di tessuti che hanno fatto esperienza realizzando abbigliamento per i retailer occidentali, hanno deciso di lanciare loro proprie linee fashion per il mercato domestico, secondo Torsten Stocker, partner presso la consulting firm Monitor Group. Questi player sono in grado di espandersi a rotta di collo collaborando con diversi network di distributor, partner franchise e partner business. “Fondamentalmente questi brand non devono investire il loro proprio capitale. Ecco come sono riusciti a scalare così in fretta.” Tuttavia molti sostengono che vi siano segnali che questo boom iniziale dei retailer locali stia già volgengo al termine, soprattutto in quanto i gusti dei consumatori sono diventati piu sofisticati, la presenza dei brand stranieri anche nelle città piu piccole sta aumentando sempre piu e la crescita economica cinese inizia a rallentare. Ora solo aprire negozi e vendere prodotti non funziona. “Molti pochi hanno merchandisers in grado di mettere insieme un vero look e un feel per la stagione. Vi sono molte poche persone che possono gestire il retail shop a livelli operativi. Vi sono poche persone in grado di costruire davvero un brand,” ha dichiarato Stocker.